mercoledì 20 agosto 2014

La bella e la bestia


Nel 1697, Charles Perrault mise per la prima volta la storia de La bella e la bestia per iscritto e la rese famosa inserendola nel suo libro di successo  I racconti di mamma oca.
Nel 1740, Madame de Villeneuve  se ne servì per perpetrare un'aspra critica alla società. Ella, infatti, criticava il modo in cui le donne dell'epoca erano costrette a sposarsi, per convenienza, con un uomo che molte volte era peggiore della bestia ritratta nel racconto. D'altra parte però la storia rivendica che se le donne scavano a fondo nell'interiorità dei loro vecchi mariti possono trovare un essere migliore rispetto a quello che la loro fisicità mostra.

La fiaba, con la figura della bestia, vuole simboleggiare la presenza di istinti animali nell'uomo. La bestia ha, infatti, sentimenti primitivi e brutali che solo l'amore della bella riuscirà a rendere umani e miti; metamorfosi questa simboleggiata dalla trasformazione finale del protagonista.


Secondo i greci e i romani la rosa era un simbolo di amore e piacere, associato talvolta anche al lusso e alla stravaganza. La rosa che Bella chiede in dono a suo padre, nella favola originale, rappresenta l'amore filiale che questa prova, mentre la malattia che ad un certo punto colpisce il mercante è la manifestazione che l'amore di Belle non è più nei confronti di suo padre ma nei confronti della bestia.

La versione della Disney


Titolo: La bella e la bestia
Titolo originale: Beauty and the Beast
Regista: Kirk Wise e Gary Trousdale
Anno: 1991
Genere: animazione 

Nel 1991 è uscito nelle sale cinematografiche il cartone animato della Disney ispirato alla favola de La bella e la bestia. La trama è molto simile a quella originale tranne per alcuni piccoli particolari che sono stati cambiati per adattarla ai canoni Disney. Il più importante tra questi è la rosa, oggetto scatenante la vicenda nella versione originale e continuo memento nella versione animata. Il suo essere trasformata, quasi, in una clessidra la rende capace di scandire il ritmo dell'azione facendola restare in primo piano fino alla fine della vicenda. 

Il messaggio che lancia il film d'animazione è lo stesso dei precedenti e cioè di non essere superficiali e di scavare molto al di sotto della superficie perché le persone non sono sempre quello che sembrano, in modo positivo o negativo.
  

Il film è rimasto nelle sale cinematografiche molto a lungo segnando una svolta nel panorama dell'animazione firmato Disney. E' questa, infatti, la pellicola in cui vengono usate le prime scene create in digitale, con una serie di esperimenti che mescolano la grafica 3d all'animazione tradizionale, di cui un grande esempio è la scena del ballo. 
Io ho avuto il piacere di vedere sia la versione cinematografica in 3d che quella rimasterizzata per i bluraydisk e devo ammettere che nonostante la prima mi sia piaciuta molto la seconda mi ha davvero impressionato. I colori, la luminosità e la profondità delle scene sono migliorate notevolmente. Ciò è visibile, immediatamente, nell'incipit con le vetrate atte a introdurre la storia ma anche a sostituire l'abusato libro di fiabe. I fondali sono fantastici, talmente belli, che se presi singolarmente possono essere scambiati per dei quadri.
Inoltre, il montaggio crea attraverso degli stacchi dei collegamenti interessanti, come ad esempio quello che va dall'incipit, che chiaramente suggerisce la domanda "Chi mai avrebbe potuto amare una bestia?" alla figura di Belle, quasi a voler dare allo spettatore un suggerimento per una risposta.


Secondo me la riuscita del film è dovuta in parte al casting di eccellenti attori, impegnati sia nel doppiaggio che nelle parti canore (ricordiamo il talento di Angela Lansbury nel ruolo di Mrs Brick) e la colonna sonora, che avvicina la pellicola ad una rappresentazione teatrale hollywoodiana, spettacolo che ispirerà realmente in un secondo momento.
I personaggi grazie a questi due elementi sono sempre molto ben caratterizzati ed hanno una psicologizzazione approfondita.


Gaston e la bestia in particolare rompono con i canoni classici Disney, in quanto il primo è simile ad un principe nell'aspetto ma cova sentimenti oscuri e manie omicide, anche se la società continua a stimarlo, mentre il secondo è qualcosa di spaventoso all'esterno ma che nasconde un cuore dolce, da vero principe all'interno. Gli occhi per quest'ultimo personaggio saranno fondamentali in quanto, sfruttando la concezione che essi sono lo specchio dell'anima, riusciranno a farlo riconoscere dalla protagonista dopo la sua trasformazione.

La parte dark della storia è quella che ho apprezzato maggiormente. Essa è rappresentata dai toni scuri ed è ben visibile durante le scene ambientate nell'ala ovest, che riprende un po' la storia di Barbablù, e la scena finale della lotta tra la bestia e Gaston. Inutile dire che la scena, carica di emozioni, porterà ad un finale positivo e ad un ballo "rubato" dal finale de La bella addormentata.



Voto: 5/5

Clicca qui se vuoi saperne di più sulle origini della fiaba

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