sabato 23 agosto 2014

Il fantasma dell'opera


Titolo: Il fantasma dell'opera
Titolo originale: The phantom of the opera
Regista: Joel Schumacher
Anno: 2004
Genere: musical

Quando il genio diventa chiaramente follia.
Il fantasma dell'opera è un romanzo di Gaston Leroux pubblicato nel 1910 e rappresenta uno degli esempi dell'influenza che ha avuto la favola de La bella e la bestia nei vari mezzi di comunicazione col passare del tempo.
Il fantasma dell'opera è la storia di un uomo che per il suo aspetto fisico è stato ferito dal mondo e, a causa di ciò, ha cominciato pian piano a rendere la sua anima simile al suo aspetto esteriore. La sorpresa sarà che, nel finale della storia, l'amore per una donna riuscirà a fargli ritrovare un briciolo d'umanità nel profondo del suo essere.


L'aggettivo "fantastico" non riesce ad esprimere appieno quello che penso di questo film tratto dall'omonimo musical di Andrew Lloyd Webber. Le scenografie, la musica ed i costumi sono in accordo col periodo in cui si svolge la trama, il 1870, e si armonizzano pienamente creando un caleidoscopio di colori che rilassa l'occhio e il cuore. 
Gli effetti speciali sono stati ridotti all'osso, ma questi, assieme alle ambientazioni, rendono le scene davvero suggestive. Lo zenit di ciò è la scena in cui il lampadario dell'Opera cade. Belli sono anche i passaggi dalla vita del visconte, grigia e polverosa, ai ricordi del teatro dell'Opera, narrati attraverso colori brillanti e vividi quali solo un bel ricordo può evocare.


Gli attori sono stati molto bravi nell'esprimere i sentimenti dei personaggi, soprattutto Gerard Butler (che qui vediamo dare al fantasma un volto fin troppo bello rispetto a quello rappresentato in altre versioni, un volto che sembra quasi utilizzi la maschera come vezzo o come segno caratteristico) e Patrick Wilson. Ho trovato Emmy Rossum, invece, meno capace dei suoi comprimari ma per quanto riguarda la parte canora merita di sicuro un encomio. Ad ogni modo, questi attori riescono davvero a coinvolgere emotivamente lo spettatore e a tenerlo col fiato sospeso fino all'epilogo finale.


La cosa che ho apprezzato maggiormente è stata la scelta di Andrew Lloyd Webber, criticata ed azzardata, di far tradurre il film, anche le parti cantate, nelle maggiori lingue europee, tra cui anche l'italiano. Nonostante le critiche, secondo me questa è stata una scelta molto azzeccata, in quanto riesce a far avvicinare al genere del musical anche persone che non conoscono l'inglese, come gli anziani, e che di conseguenza giudicano questo tipo di film noiosi.


Del musical è stato creato anche un sequel chiamato Love never dies in cui il fantasma, scappato a New York, dieci anni dopo il matrimonio di Christine con Raul, scopre che, dall'unica notte passata insieme alla soprano, è nato un bambino. Questa storia stravolge i personaggi, sia principali che secondari, che abbiamo conosciuto ed è forse questo il motivo per cui ci le repliche del musical non sono state numerose.

L'affetto può essere così forte o penetrante da ignorare ogni difetto della persona amata?

Le scene più belle del musical

Voto: 5/5

Curiosità
- Durante la rappresentazione della canzone Pensami, la protagonista è vestita e pettinata seguendo un'immagine della principessa Sissi



- Quando vengono accostati due timbri vocali, uno roco e profondo, in genere maschile, ed uno melodioso e squillante, in genere femminile, è comune utilizzare la definizione Beauty and the beast vocals.


***
Clicca qui se vuoi saperne di più sulle origini della favola de La bella e la bestia e qui per ricevere informazioni sul suo sviluppo.

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...